Sete 02/2016

SETE N. 2 | Febbraio 2016 10 ANNIVERSARIO FELDSCHLÖSSCHEN Thomas Amstutz: Signor Wüthrich, presumo che Feld- schlösschen sia stata una parte importante della sua infanzia... Hans-Albert Wüthrich: Proprio così! Feldschlösschen era una presenza costante, anche in famiglia, ad esempio a tavola. E dato che mio padre era mastro birraio di professione, i miei pri­ mi cinque anni li ho praticamen­ te passati in birreria. Nel 1961, la mia famiglia si è trasferita a Sennhof. Durante la scuola del­ l’obbligo aiutavo a riempire bot­ tiglie, più tardi ho lavorato nel reparto marketing. Conservo tanti ricordi belli e indelebili di quel tempo. Thomas Amstutz: Ce ne parli ancora, la prego. Hans-Albert Wüthrich: Ero anco­ ra molto piccolo ma già accom­ pagnavo mio padre alle sei di mattina nei suoi giri in azienda, quando non avevo scuola. Mi sono rimasti impressi nella me­ moria i tanti scambi di parole con i dipendenti, dove mio padre si mostrava sempre paterno e comprensivo. I fine settimana, mio padre prendeva le comande di birra da mattina a sera, e mi portava con sé nei tanti deposi­ ti in tutta la Svizzera. I colloqui d’assunzione li faceva a casa, a Sennhof. E mi ricordo come fos­ se ieri che prendeva delle note sulle scatole dei suoi sigari Villi­ ger. Le sue decisioni in materia di personale erano per questo meno buone di quelle degli at­ tuali specialisti in risorse uma­ ne? Non credo proprio. Thomas Amstutz: E del suo bisnonno Mathias Wüthrich, cosa sa? Hans-Albert Wüthrich: Che era sergente della cavalleria e che era un contadino amante della terra. Per 15 anni ha gestito la sua azienda agricola e fornito cavalli per il trasporto della bir­ ra. Della sua predilezione per belle bestie e cavalli neri discu­ teva animatamente con il suo partner in affari Theophil Roni­ ger, che trovava il prezzo dei cavalli troppo caro. Ma Johann, il padre di Mathias, già pensa­ va da imprenditore e sostene­ va il figlio dal punto di vista economico. Thomas Amstutz: Anche la moglie di Mathias, Marie Wüthrich, sembra aver avuto un ruolo non piccolo nella creazione di Feldschlösschen. Hans-Albert Wüthrich: Sì, i miei genitori mi hanno raccontato che Marie Wüthrich è stata la «madre del birrificio». Ha tirato su sei figli ed era l’anima gen­ tile dell’azienda. Nei primi anni si occupò della contabilità. Per i lavoratori aprì una mensa e, quando di tanto in tanto vi era­ no pochi fondi liquidi, prendeva la carrozza ed andava dal suo­ cero Johann a Olsberg, che era sempre generoso. All’epoca, si parla della fine del XIX secolo, vi erano oltre 500 birrifici in Svizzera. Feldschlösschen ha dovuto farsi posto sin dall’ini­ zio in quest’ambiente forte­ mente competitivo. Thomas Amstutz: Ironia della sorte, oggi la situazione sembra essere identica. Dopo la forte diminuzione del numero di birrifici, c’è stata una ripresa: oggi quelli regi- strati sono quasi 600 e la concorrenza è forte. Come mai all’epoca Feldschlöss- chen è riuscita a guadagnarsi il podio così rapidamente? Hans-Albert Wüthrich: Hanno contribuito sicuramente la buo­ na qualità dei prodotti e lo spi­ rito pionieristico. Ma anche la scelta, visionaria all’epoca, di Rheinfelden quale sede del­ l’azienda. Grazie al collegamen­ to diretto alla ferrovia, Feld­ schlösschen è diventata in breve tempo un attore impor­ tante del mercato. Tutti gli al­ tri birrifici non disponevano di un accesso diretto e rimasero dunque operativi a livello regio­ nale. Ecco il vantaggio strate­ gico che ha giocato a favore di Feldschlösschen. Thomas Amstutz: Ricorda anche esperienze negative legate a Feldschlösschen? Hans-Albert Wüthrich: Ero vice­ presidente del consiglio d’ammi­ nistrazione quando, nel 2000, Feldschlösschen è stata vendu­ ta a Carlsberg. Certo, quel pe­ riodo è stato emotivamente molto duro. E neanche ai miei tre figli venivano risparmiati com­ menti negativi a scuola. Ora, col senno di poi, sono felice che abbiamo preso una buona deci­ sione, rivelatasi decisiva per lo sviluppo di Feldschlösschen. Thomas Amstutz: Perché secondo lei quella è stata la decisione giusta? Hans-Albert Wüthrich: Perché Carlsberg, con la sua cultura e la filosofia organizzativa de­ centrata, è il miglior comprato­ re che avremmo potuto trova­ re. In Svizzera, Feldschlösschen è da decenni un marchio impor­ tante, e questo è uno dei tra­ guardi più grandi che un’azien­ da può raggiungere, quindi bisogna averne cura senza snaturarne lo spirito. In occasione dell’anniversario, l’attuale CEO di Feldschlösschen, Thomas Amstutz, ha incontrato Hans-Albert Wüthrich alla «Schlösslistube» del birrificio di Rheinfelden. Davanti ad un boccale di birra è nata quest’intervista con il professore di economia e pronipote del fondatore di Feldschlösschen. Mathias Wüthrich ci racconta gli inizi e lo sviluppo dell’azienda. Oltre a tanti bei ricordi e aneddoti interessanti, si è parlato anche del presente e del futuro di Feldschlösschen. Hans-Albert Wüthrich, pronipote di Mathias Wüthrich, fondatore di Feldschlösschen «Futuro roseo per Feldschlösschen grazie «Il collegamento precoce alla ferrovia è stato un vantaggio strategico.» Hans-Albert Wüthrich HansAlbert Wüthrich Hans-Albert Wüthrich è il pronipote del contadino Mathias Wüthrich che fondò, nel 1876, Feldschlösschen insieme al bir- raio Theophil Roniger. Suo padre Hans ha influito fortemente sull’azienda per oltre 30 anni. Fino al 2004, Hans-Albert Wüthrich era membro del consiglio d’amministrazione della Feldschlöss- chen. Da allora, il professore d’economia analizza lo sviluppo dell’azienda solo dall’esterno e ne parla alle università di Mo- naco di Baviera e di San Gallo.

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