Sete 10/2020
Piatto principale 13 ra, dove sono perfettamente integrato e mi sen- to a mio agio.» Il pugliese aggiunge ridendo: «A casa sono l’unico straniero. Tuttavia, ho presen- tato la domanda per un passaporto svizzero.» Visite regolari dei genitori orgogliosi Costantino D’Onghia non sa se i suoi figli, un giorno, rileveranno il suo esercizio: «La cosa mi farebbe piacere, ma chi cresce in Svizzera predilige i lavori in settori come l’amministra- zione, dove lemansioni sonomeno impegnative che nella ristorazione.» I genitori di Costantino D’Onghia vengono a Wettingen tre o quattro volte all’anno. Sono or- gogliosi dei loro tre figli, che oggi hanno trovato una patria nella ristorazione svizzera. L’orgo- glio emerge anche dalle parole di Costantino DʼOnghia, che dichiara: «Conosco molti risto- ratori italiani, con i quali dialogo regolarmente. Credo che possiamo dire che la cucina italiana è un fattore caratteristico della ristorazione svizzera da moltissimi anni.» www.awarillo.ch E state 2002 sul mare Adriatico: a Rimini, il cameriere ventunenne Costantino D’Onghia ha un gran daffare. Non sa ancora che quest’estate stravolgerà la sua vita e gli regalerà una nuova patria. Tutto è iniziato con «l’amore della sua vita». Il suo grande amore viene da Wettingen e trascorre le sue vacanze in Emilia-Romagna. Un anno dopo, il cuoco diplomato pugliese si è trasferito nel canton Argovia e lavora come Chef de Service a Brugg. «Mi sono trasferito in Svizzera quando l’ondata dei primi immigrati italiani era già ben integrata e molti dei miei connazionali gestivano degli esercizi nel cam- po della ristorazione», spiega Costantino DʼOnghia. Ci ha tenuto, però, ad informarsi in merito agli anni ’60 e ’70, ovvero l’epoca in cui migliaia di italiani arrivavano in Svizzera come stagionali. Anche l’iniziativa Schwarzenbach, bocciata cinquant’anni fa, non gli è estranea. Dodici anni dopo il suo arrivo in Svizzera, molti sogni del pugliese si sono avverati: Costantino D’Onghia è sposato, è padre di tre figli ed è il gestore del caffè ristorante Awarillo nel centro di Wettingen. Dato che i legami familiari, in Ita- lia, vengono prima di tutto, i suoi fratelli lo han- no seguito in Svizzera: Francesco lavora come amministratore, mentre Antonio fa il pizzaiolo. Lamoglie di Costantino, invece, collabora all’e- sercizio occupandosi delle questioni ammini- strative. Anzi, agli esercizi, dato che il ristorato- re per passione di Wettingen ha recentemente rilevato anche la caffetteria Spatz. All’«Awarillo» vengono serviti i piatti classici della cucina italiana. «È una cucina vincente in tutto il mondo», spiega Costantino D’Onghia. Dato che le differenze regionali sono grandi, all’«Awarillo» si propone i piatti tipici di quattro Costantino D’Onghia nel suo «Awarillo». Italia: Costantino D’Onghia, ristorante Awarillo a Wettingen «La cucina italiana funziona ovunque» L’amore lo ha portato in Svizzera. Oggi, Costantino D’Onghia è il fiero titolare di due ristoranti a Wettingen. Il ristoratore dalle radici pugliesi sostiene che la cucina italiana è vincente in tutto il mondo. Trattandosi di un esercizio italiano autentico, tutta la famiglia è coinvolta. Mentre i suoi due fratelli hanno seguito Costantino DʼOnghia in Svizzera, i suoi genitori e suoi nonni sono rimasti in Puglia, e da lì spediscono olio d’oliva, vino e molto altro. «Noi ristoratori italiani caratterizziamo la ristorazione svizzera da moltissimi anni.» Costantino DʼOnghia regioni italiane. Le orecchiette con la salsiccia, ad esempio, sono tipicamente pugliesi: la sal- siccia è prodotta in proprio dalla squadra. Stes- so vale per la focaccia, la pasta e molto altro. Vista l’importanza della famiglia, l’olio d’oliva è prodotto dal padre, mentre parte del vino è pro- dotta dal nonno in Puglia. Costantino D’Onghia racconta che in Italia, soprattutto in meridione, molti ingredienti vengono dall’orto di casa: «La mia famiglia, ad esempio, prepara il sugo con i pomodori dell’orto.» La cucina italiana «èmolto semplice e costante», spiega lo chef dell’«Awa- rillo», «ma noi la rielaboriamo, soprattutto in fatto di pesce.» È anche importante non perde- re di vista il pubblico target: «Il coniglio, ad esempio, è molto amato in meridione, ma i cit- tadini svizzeri non lo apprezzano altrettanto.» Con i suoi tre bambini, Costantino D’Onghia par- la italiano. Questo è importante per la cultura e per la relazione con i nonni in Puglia, presso i quali si passano regolarmente le vacanze. Tut- tavia, il ristoratore argoviano di adozione ha le idee chiare: «La mia famiglia è di casa in Svizze-
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